AVELLINO – “Dopo oltre due mesi dalla nomina del nuovo segretario generale della Camera di Commercio Irpinia-Sannio, Raffaele De Sio, siamo ancora all'anno zero per quel che riguarda le procedure per il rinnovo del consiglio affidate al dirigente. Un record negativo, che non trova riscontri in nessuna parte d'Italia”. Ad affermarlo è Ignazio Catauro, presidente di Unimpresa Benevento-Avellino ed ex consigliere camerale.
“Sembra incredibile – prosegue il numero uno dell'associazione imprenditoriale – ma qualche giorno fa ci è giunta comunicazione ufficiale, a firma di De Sio, che l'amministrazione camerale non è in grado di leggere i dati crittografati trasmessi dalla nostra organizzazione, come dalle altre, per il calcolo e la definizione delle rappresentanze negli organismi dell'ente. Per questa ragione, ci è stato chiesto di inviare nuovamente tali informazioni, affinché possano essere sottoposte a verifica. In pratica, dopo oltre 60 giorni dal suo insediamento, il vertice burocratico- amministrativo della Camera di Commercio Irpinia-Sannio, nominato dal commissario Pettrone, si è accorto di non avere nemmeno gli elementi essenziali per avviare l'iter per il rinnovo del consiglio.
A questo punto, è più che legittimo chiedersi cosa sia stato fatto sinora da chi aveva come compito principale, se non unico, quello di predisporre gli atti e i passaggi necessari per lo svolgimento delle elezioni degli organismi. Come è stato impiegato tutto questo tempo trascorso, lautamente pagato dalle imprese e dai contribuenti? Si tratta soltanto, si fa per dire, del più eclatante caso di inefficienza e lassismo mai registrato in un ente, oppure c'è qualcos'altro dietro? La pessima situazione che si vive alla Camera di Commercio Irpinia-Sannio da ormai troppo tempo e i criticabili, quando non illegittimi, provvedimenti assunti dal commissario nell'ultimo anno, giustificano ogni possibile scetticismo in merito.
La sensazione che emerge, insomma, è che siamo di fronte ad un chiaro e maldestro tentativo di allungare i tempi del commissariamento, in attesa probabilmente di qualche notizia favorevole a chi oggi gestisce l'ente, nella definizione degli equilibri interni, che però difficilmente potrà arrivare, se le regole saranno rispettate. Un atteggiamento che danneggia le associazioni di categoria più rappresentative del territorio e le imprese aderenti, ma penalizza anche l'intero mondo produttivo locale.
Nonostante la gravità di simili comportamenti, che appaiono sanzionabili, non ci meravigliamo. Il commissario Girolamo Pettrone ci ha esplicitamente espresso in una circostanza, anche davanti ad altri rappresentanti di categoria, che secondo lui negli organismi dovrebbero essere presenti soltanto le associazioni definite “storiche”, una sorta di élite che, al di là della reale attuale consistenza territoriale e al di là di ciò che prevede la legge, dovrebbe godere di un diritto acquisito che poco avrebbe a che fare con la democrazia. Ma ovviamente non consentiremo simili gravi e inaccettabili forzature e capricci personali di qualcuno”.
“Da questa vicenda – conclude Catauro – emerge ancora una volta che è in atto un tentativo di espropriare le province di Avellino e Benevento della propria autonomia, imponendo i diktat di alcuni ambienti confindustriali salernitani, che godono di appoggi nel vertice di Unioncamere e in quella politica interessata più a carriere e operazioni di piccolo cabotaggio che non allo sviluppo delle aree interne. Il malessere tra le imprese e le categorie però cresce ogni giorno. È tempo quindi che si ponga la parola “fine” a questa farsa”.